Sabato in Poesia: "Vendemmia" di Marino Moretti
Vendemmia di Marino Moretti è una poesia tratta dalla raccolta Sentimento: pensieri, poesie...
Roma capitale d'Italia
Chissà quanti studenti ed ex studenti liceali si sono trovati a tradurre la famosissima frase del De Oratore...
L'origine della crisi finanziaria statunitense
La crisi che ha interessato i mercati finanziari dei paesi maggiormente sviluppati, e che gli esperti...
Così cinque anni fa cominciava la crisi...
"Era una notte buia e tempestosa...", questo è l'incipit dell'interminabile romanzo che Snoopy...
Sabato in Poesia: Estratto di "Beppo, racconto veneziano" (George Gordon Lord Byron)
Beppo è un poemetto satirico in ottave ariostesche (secondo lo schema metrico ABABABCC), attraverso il quale Byron affronta...
27 luglio 2013
Sabato in Poesia: "Squadra Paesana" (Umberto Saba)
20 luglio 2013
Sabato in Poesia: "Annunciazione (Le parole dell'Angelo)" (Rainer Maria Rilke)
Rainer Maria Rilke
17 luglio 2013
La vergogna di essere italiani
13 luglio 2013
Sabato in Poesia: "Due amanti felici" (Pablo Neruda)
11 luglio 2013
Classici da (A)mare: "La morte a Venezia" di Thomas Mann
La morte a Venezia racconta la storia della scoperta della Bellezza, quale può esserci nel viso di un fanciullo efebico, Tadzio, incontrato per caso o per destino. Racconta la storia di un amore platonico - che resta tale - ma che, nonostante tutto, viene consumato fino in fondo, fino alla fine, nonostante l'apparente paradosso di una tale situazione. Racconta la storia di un cambiamento, di una trasformazione in ciò che non si è o non si è mai voluto essere, che avviene soltanto a seguito di una dura lotta tra forze intrapsichiche. Tutto questo con un sottofondo d'eccezione, quasi onirico: una sensuale Venezia in rovina, che sta per essere conquistata da un'epidemia di colera, tenuta nascosta dalle autorità per non danneggiarne l'economia.
Venezia attraente dunque, Venezia venditrice e ruffiana nasconde insidie di carattere fisico e morale, che porteranno Gustav non solo ad abbandonarsi al fascino dell'evasione, ma a rincorrere, ridicolmente ai suoi "vecchi" occhi, il mito dell'eterna giovinezza e infine a crogiolarsi nel disfacimento, nella morte (liberatrice? Punitrice? Donatrice di ebbrezza e dunque di vita?).
La contrapposizione tra forze opposte non si esaurisce però né sul solo piano psichico né su quello cosmico-filosofico, ma si esprime anche su quello geografico-culturale, come si intuisce molto bene dal ruolo che giocano le due diverse città in cui è ambientata la storia: Monaco e Venezia. La prima è città simbolo del rigorismo, della precisione e austerità prussiane, concretizzate in ambito politico, culturale, burocratico e rispecchiantisi - in quest'opera - nel moralismo e nel razionalismo quadrati di Gustav. Della seconda si è detto abbastanza. Eppure, proprio nella stessa città di Vienna accade improvvisamente qualcosa di inaspettato e lo stesso schema appena delineato subisce una rottura, anticipando così, seppure in forma embrionale, l'andamento della storia e quindi della vita del protagonista.
La morte a Venezia è un libro da leggere tutto d'un fiato, per la brevità del racconto (meno di 80 pagine in tutto), ma soprattutto per l'intensità della storia, contraddistinta dall'articolazione e dalla complessità del carattere di Aschenbach. La lettura di questo libro dunque, oltre che un piacere intellettuale, può essere anche un buon modo per illuminare, comprendere, vivere e gestire con maggiore consapevolezza le proprie emozioni estive - magari nate sotto l'ombrellone - cogliendo la sintonia climatica e meteorologica con la stagione in corso.
06 luglio 2013
Sabato in Poesia: "I fiumi" (Giuseppe Ungaretti)