24 maggio 2014

Sabato in Poesia: "Le elezioni" di Sandro Luporini e Giorgio Gaber

Il testo di questa canzone, firmata dal duo Luporini-Gaber, è tratto dallo spettacolo teatrale Libertà obbligatoria. Già a partire dal titolo, si capisce immediatamente che l'argomento trattato è decisamente politico; in particolare gli autori indirizzano la loro caustica riflessione sull'atmosfera un po' ovattata e ipocritamente entusiastica che caratterizza il momento delle elezioni. L'ironia pungente dei due autori rappresenta scenicamente, seguendo passo passo i momenti che accompagnano il percorso del cittadino medio che si reca alle urne, il senso di soddisfazione, entusiasmo e partecipazione illusoria dell'elettore. Sentimenti questi, che non tarderanno a sfumare e a convertirsi nel più naturale comportamento di tutela del piccolo e meschino interesse privato, tradendo così la loro natura fatua. Già con questo lavoro, il duo Luporini-Gaber comincia a manifestare la propria lucida consapevolezza - o meglio ancora solo intuizione - del fallimento di quel fenomeno e grande movimento di cambiamento della società, presentatosi come possibile ed ora scaduto in semplice sogno utopistico disilluso. 


Generalmente mi ricordo 
una domenica di sole 
una giornata molto bella 
un'aria già primaverile 
in cui ti senti più pulito.


Anche la strada è più pulita 
senza schiamazzi e senza suoni 
chissà perché non piove mai 
quando ci sono le elezioni.


Una curiosa sensazione 
che rassomiglia un po' a un esame 
di cui non senti la paura 
ma una dolcissima emozione.


E poi la gente per la strada 
li vedi tutti più educati 
sembrano anche un po' più buoni.
Ed è più bella anche la scuola 
quando ci sono le elezioni.


Persino nei carabinieri 
c'è un'aria più rassicurante 
ma mi ci vuole un certo sforzo 
per presentarmi con coraggio.


C'è un gran silenzio nel mio seggio 
un senso d'ordine e di pulizia. 
Democrazia!


Mi danno in mano un paio di schede 
e una bellissima matita 
lunga, sottile, marroncina, 
perfettamente temperata.


E vado verso la cabina 
volutamente disinvolto 
per non tradire le emozioni.


E faccio un segno 
sul mio segno 
come son giuste le elezioni.


È proprio vero che fa bene 
un po' di partecipazione. 
Con cura piego le due schede


e guardo ancora la matita
così perfetta è temperata... 
io quasi quasi me la porto via. 
Democrazia! 

Sandro Luporini, Giorgio Gaber

Sandro Luporini (1930 - vivente) è un paroliere, pittore ed ex giocatore professionista di pallacanestro italiano. Studente di ingegneria all'Università di Pisa, nel '56 abbandona gli studi per dedicarsi alla pittura, trasferendosi a Roma. Sempre nello stesso anno, partecipa a diverse mostre a Milano insieme ai pittori della Galleria Bergamini, avvicinandosi alla corrente del realismo esistenziale. E' proprio a Milano che si verifica l'incontro casuale (in un bar da entrambi frequentato) con il cantautore e personaggio televisivo Giorgio Gaber, incontro che si trasformerà ben presto in una solidale amicizia e collaborazione artistica intensa. Luporini intanto continua la sua attività artistica ottenendo numerosi successi, riconoscimenti e premi. Nel 1979 la prima mostra del movimento artistico da lui abbracciato, la Metacosa; nel 2005 la dedica di una mostra personale, allestita dal Comune di Pisa in collaborazione con l'Adac di Modena.



Giorgio Gaber (1939-2003), nome d'arte di Giorgio Gaberscik, è stato un cantautore, commediografo, regista teatrale, attore teatrale e cinematografico italiano. Nato a Milano da genitori veneti appartenenti alla medio-piccola borghesia, inizia ben presto a imbracciare la chitarra a causa di una lieve paralisi alla mano, per risolvere la quale il medico gli impone una costante attività motoria. Ben presto la sua passione per la musica sfocia in qualcosa di più e si lega a Tenco, Jannacci e Celentano. Notato da Nanni Ricordi, a soli 19 anni incide il suo primo disco. Nel '65 sposa Ombretta Colli, allora studentessa di lingue orientali all'Università Statale di Milano, che nel gennaio dell'anno successivo gli regalerà la loro unica figlia Dalia. Contemporaneamente si va delineando meglio la figura artistica poliedrica di Gaber, che inizia la sua carriera di uomo di spettacolo a tutto tondo, partecipando a varie trasmissioni televisive come ospite e conduttore. Gli anni '70 sono anni di intensa produzione e interpretazione delle sue canzoni e dei suoi spettacoli, (Gaber è l'inventore del genere teatro-canzone) principalmente a sfondo politico-sociale, animati dalla spinta al rinnovamento e al cambiamento della società, introdotti dalla contestazione giovanile del '68. Gli anni '80 saranno invece caratterizzati da una forma acuta ma lucida di delusione esistenziale nei confronti del cambiamento fallito, sfociato secondo Gaber in semplice omologazione mascherata. Verso la fine degli anni Novanta, le condizioni di salute del cantautore peggiorano; è l'estate del 1997 quando il Signor G è costretto ad un lungo ricovero, terminato il quale si dà da fare per scrivere un altro spettacolo che debutta nel gennaio dell'anno successivo. A causa dell'aggravarsi della malattia tumorale che lo ha colpito, si spegne nel pomeriggio del giorno di Capodanno del 2003. Le sue spoglie riposano nel Cimitero Monumentale di Milano.
Tra gli album pubblicati di Gaber troviamo: Giorgio Gaber (1961), Le canzoni di Giorgio Gaber (1961-1964), Mina e Gaber. Un'ora con loro (1965), L'asse di equilibrio (1965), Sexus et politica (1970), Il Signor G (1970),  I Borghesi (1971), Dialogo tra un impegnato e un non so (1972/'73), Far finta di essere sani (1973/'74), Anche per oggi non si vota (1974/'75), Libertà obbligatoria (1976/'77), Polli d'allevamento (1978/'79), Anni affollati (1981/'82), Io se fossi Gaber (1984/'85), Il teatro canzone (1991/'92), E pensare che c'era il pensiero (1995/'96), Un'idiozia conquistata a fatica (1997/'98 1998/'99 1999//2000).  

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