di Roberto Marino
Se avevamo bisogno di conferme circa la situazione italiana, eccole qua arrivate puntuali come un orologio svizzero. E poi dicono che solo loro sono affidabili. Pochi giorni fa l'Unione Europea e gli istituti di ricerca più accreditati - Censis e Istat - si sono dati battaglia di cifre al ribasso, per ricordarci che l'Italia è ancora immersa in una crisi drammatica. E ci resterà ancora per qualche tempo, nonostante si parli del 2015 come anno della svolta.
Eppure la crisi non è solo economica ed anche questo sapevamo già prima che i fatti di cronaca giudiziaria di ieri lo dimostrassero. Come dire: la prova del nove. I veri dramma italiani si chiamano: corruzione, malaffare, intreccio malavitoso e vischioso tra politica e affari, contiguità illegale che sempre più spesso diventa continuità sempre dello stesso tipo.
Tutto questo oggi ha preso le sembianze di Expo 2015, che ha rivelato come Tangentopoli non sia mai terminata. Sostenere con buona pace di qualcuno che così non è, perché i partiti non sono coinvolti come venti anni fa, significa chiudere gli occhi sui casi Unipol, Monte dei Paschi di Siena, Expo. Ma le elezioni europee sono alle porte e questo basta a salvare il salvabile.
Che l'affare Esposizione Mondiale poi puzzasse di illegalità ce ne eravamo già accorti qualche mese fa, quando abbiamo appreso della notizia dell'arresto di Antonio Rognoni, allora direttore generale di Infrastrutture Lombarde - società controllata dalla Regione Lombardia che si occupa della valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale - coinvolta in una serie di appalti in occasione dell'evento internazionale. Ieri invece il cattivo odore dell'illegalità lo abbiamo percepito in tutto il suo fetore con l'arresto di Primo Greganti (già vecchia conoscenza della procura milanese durante l'inchiesta Mani Pulite), Gianstefano Frigerio (ex segretario della Dc lombarda e parlamentare berlusconiano, Angelo Paris, direttore dell'ufficio contratti dell'Expo), Sergio Catozzo (ex sindacalista Cisl, poi parlamentare Udc e infine Forza Italia - l'imprenditore Enrico Maltauro e l'ex senatore Pdl Luigi Grillo. Certamente, dal punto di vista penale, le singole responsabilità saranno accertate dalla magistratura, tuttavia le vicende rappresentano, nella loro globalità, la cartina di tornasole della società italiana.
Expo 2015 poteva essere una occasione reale di rilancio per la società italiana. Dal punto di vista morale, culturale, economico, politico. Poteva essere una vetrina agli occhi dell'Europa e del mondo per mostrare che l'Italia non è solo pizza, mandolino e mafia, ma anche capacità di provare ad uscire da una situazione oggettivamente complicata e di farlo a testa alta. Poteva essere un'ottima occasione appunto e l'abbiamo sprecata. Ma questo forse lo sapevamo fin dal principio.
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