14 dicembre 2013

Sabato in Poesia: "«Poeta esclusivo d'amore»" di Sandro Penna

Questo breve componimento di Penna è un inno pacato, calmo, ma pur sempre innalzato, all'amore. Il poeta parte dalla giustificazione rispetto ad una critica ricorrente nei confronti della sua poesia, quella di essere interamente dedicata all'amore. Egli reagisce non negando la definizione - anzi la riporta - bensì valorizzandola attraverso l'interpretazione dell'amore come forza cosmica e totalizzante, che investe l'intera realtà. Il mondo della natura e quello degli uomini, ciascuno con i propri suoni e rumori è totalmente pervaso dall'amore, che non può avere dunque un significato limitato al semplice rapporto tra uomini. Da notare l'importanza data all'ambito sensoriale di tipo sonoro, che diventa il mezzo attraverso cui l'amore si manifesta alla sensibilità del poeta. 


«Poeta esclusivo d'amore»
m'hanno chiamato. E forse era vero.
Ma il vento qui sull'erba ed i rumori
della città lontana
non sono anch'essi amore?
Sotto nuvole calde
non sono ancora i suoni
di un amore che arde
e più non si allontana?

Sandro Penna

Sandro Penna (1906-1977) è stato un poeta italiano. Nato a Perugia, ebbe un'infanzia movimentata e difficile, segnata da problemi di salute e dalla separazione dei genitori. Rimasto col padre, si diplomò nel '25 in ragioneria, pur essendo molto appassionato di letteratura, come testimoniano la lettura di Leopardi, D'Annunzio, HölderlinWildeRimbaudBaudelaire, Clever. Dal 1928, cominciò a dedicarsi attivamente alla poesia e sperimentò i primi amori di tipo omosessuale. Trasferitosi a Roma, fece diversi lavori saltuari, ma nel '29 ebbe la fortuna di entrare in un circolo letterario grazie alla conoscenza con Umberto Saba. Nel '37 fu a Milano, dove restò due anni e lavorò presso l'editore Bompiani come correttore di bozze, frequentando Sinisgalli, Gadda e altri letterati. A due anni più tardi risale il suo esordio letterario grazie all'interessamento di Giansiro Ferrata e Sergio Solmi, il cui successo gli valse la collaborazione con diverse riviste letterarie. Nel 1943 morì il padre, nel 1957 ottenne il Premio Viareggio, pur in mezzo a qualche polemica, e nel '70 l'ulteriore riconoscimento con l'assegnazione del Premio Fiuggi. Gli ultimi anni della sua vita furono segnati da problemi di salute, una vecchiaia precoce e disturbi del sonno. Pochi giorni prima della morte gli venne assegnato il Premio Bagutta, che non riuscì a ritirare a causa del peggioramento delle sue già precarie condizioni.
Tra le opere di Penna abbiamo: Poesie (1939), Presenza e profezia (traduzione 1947), Appunti (poesie 1950), Arrivo al mare (racconto 1950), Una strana gioia di vivere (poesie 1956), Poesie (1957), Croce e delizia (poesie 1958), Tutte le poesie (1970), Un po' di febbre (appunti di viaggio e prose 1973), L'ombra e la luce. Sette poesie (poesie 1975), Stranezze (poesie 1976), Carmen e altri racconti (traduzione 1977), Il rombo immenso (poesie 1978), Confuso sogno (a cura di Elio Pecora 1980), Peccati di gola. Poesie al fermo posta (1989), Appunti di vita (1990), Lettere e minute, 1932-1938 con Eugenio Montale (a cura di Roberto Deidier 1995), Una felicità possibile. Appunti di diario (a cura di Elio Pecora 2000), Cose comuni e straordinarie (a cura di Elio Pecora 2002), Autobiografia al magnetofono, (a cura di Elio Pecora 2006).

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