e gli occhi e un cuore che non basta agli occhi
e per la tranquillità di chi va per mare
e per ogni lacrima sul tuo vestito,
per chi non ha capito.
che canta, ride e stona
anche la solitudine.
Francesco De Gregori
"L'Illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessa è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude!" - Immanuel Kant, "Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?" (1784)
Vendemmia di Marino Moretti è una poesia tratta dalla raccolta Sentimento: pensieri, poesie...
Chissà quanti studenti ed ex studenti liceali si sono trovati a tradurre la famosissima frase del De Oratore...
La crisi che ha interessato i mercati finanziari dei paesi maggiormente sviluppati, e che gli esperti...
"Era una notte buia e tempestosa...", questo è l'incipit dell'interminabile romanzo che Snoopy...
Beppo è un poemetto satirico in ottave ariostesche (secondo lo schema metrico ABABABCC), attraverso il quale Byron affronta...
In 25 anni accadono e cambiano tante cose. Si cresce, si invecchia, si realizzano progetti di vita. Tanti ne sono passati dalla caduta del "Muro della Vergogna", definizione con cui in Occidente veniva chiamato il muro di Berlino.
Mogli e buoi dei paesi tuoi. Probabilmente dietro le parole a sfondo razzista di Carlo Tavecchio c'era questo pensiero tutto italiano, tuttavia giustificare una frase più che infelice, come quella pronunciata dal candidato al ruolo di presidente della Fgic, in nome della tutela di un principio (sulla cui validità si può poi sicuramente discutere), sarebbe un errore. Questo perché il ruolo che si appresterebbe a ricoprire è decisamente delicato per più di un motivo. Innanzitutto, è la figura di massima rappresentanza del calcio italiano nel mondo. La nostra immagine, la nostra credibilità e la nostra considerazione internazionali passano anche da qui. Secondariamente, un'associazione come la Figc non può permettersi di avere come massima autorità un tizio che adopera frasi a sfondo discriminatorio, perché altrimenti verrebbero meno i valori morali e culturali che lo sport deve trasmettere: rispetto degli altri, delle diversità, sano agonismo e altrettanto sana competizione.



"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace", è la frase che riassume - magari molto sinteticamente, ma non certo male - il concetto moderno di bellezza. Non così dovevano pensarla ad esempio i Greci, in particolare gli artisti, per cui la bellezza aveva canoni piuttosto definiti oggettivamente. Bello era ciò che rispecchiava le proporzioni geometriche tra le parti e quando si tratta di geometria, si sa, c'è poco da interpretare. Poi arriva Platone e ci mette il suo carico metafisico da novanta con la concezione della bellezza come veicolo dell'idea del Bene e allora non si sfugge più.
1 X 2. I nostalgici e vecchi appassionati di calcio ricorderanno perfettamente il significato ed il valore di questi simboli. Segni che hanno fatto sognare generazioni di italiani fino all'avvento delle scommesse istantanee, perché significavano la possibilità di diventare ricchi, di essere ripagati tangibilmente dell'affetto costante, immortale provato e mostrato nei confronti dello sport più bello del mondo. E poi vuoi mettere la soddisfazione di poter dire a se stessi: «Ho vinto al totocalcio! La dea bendata si è ricordata anche di me!»?