Poesia per una cicala è tratta dalla raccolta Vidi le muse. E' una lirica che raffigura - come già altre nella produzione di Sinisgalli, ad esempio Poesia per una mosca - un essere insignificante quale la cicala. Riprendendo la famosa favola di Esopo della cicala e la formica, recuperata a sua volta da La Fontaine, il poeta rivaluta la figura del piccolo animaletto ozioso e canterino, accostando se stesso a quella immagine. In realtà, ad un primo sguardo, la raffigurazione sembra stridere con l'operosità intellettuale del poeta. Se si analizza infatti la sua biografia, si nota un dinamismo decisamente produttivo sia in ambito artistico-letterario che aziendale. Osservando con più attenzione, si può scorgere però l'allusione del poeta alla poesia, alla letteratura, queste sì degne di essere rappresentate con la metafora della cicala, come del resto avveniva nell'antichità quando gli studi umanistici venivano denominati otium letterarium. Dal canto della cicala sorge allora il ricordo di un tempo felice, in cui il poeta si lasciava andare a quel suono furiosamente insistente, che riusciva a conciliargli il sonno. Dal ricordo si ritorna immediatamente al presente, dove, per effetto del tempo trascorso, restano soltanto macerie e distruzione. Ma sono proprio questi resti ad esercitare un fascino indescrivibile, riaccendendo nuovamente il motore del ricordo, che si perde in atmosfere da favola, divertenti, naturali.
METRO: versi di lunghezza varia, con alcune irregolarità. Fitto intreccio di rime secondo lo schema ABCBCDEEDAFGHAGFH.
Della formica immortale.
Più vicino alla mia sorte
E' lo stridore della cicala
Che trema fino alla morte.
Nel tempo mio diletto
Mi confidavo a quell'ira
Insistente che mi assopiva
Con la cicala nel petto.
Ora nello sfacelo
Della mia giornata mi resta
Un po' di polvere in pungo,
Ma tanto vale la tua spoglia
Che ancora risento di quel melo
Stormire e nell'aria di giugno
La tua allegria funesta
Nascere dentro una foglia.
Leonardo Sinisgalli
Leonardo Sinisgalli (1908-1981) nacque a Montemurro, in Basilicata, il 9 marzo. Definito Il poeta ingegnere, per aver saputo fondere la cultura umanistica e scientifica, fu poeta, ingegnere e pubblicitario. Conseguita la maturità scientifica al Liceo Rummo di Benevento nell'anno scolastico 1924-25, si laureò in ingegneria all'università di Roma. Lavorò come ingegnere e pubblicitario per le più grandi aziende italiane quali Pirelli, Finmeccanica, Olivetti, Alitalia e fu Direttore Generale dell'Eni, società per la quale inventò il famosissimo e divertente simbolo del cane a sei zampe. Diviso tra Roma e Milano per via del suo lavoro e della sua passione - la letteratura - si avvicinò al movimento artistico della Scuola romana. Scoperto come poeta da Giuseppe Ungaretti, fu richiesto da Enrico Fermi per diventare suo allievo, tuttavia Sinisgalli, più sensibile al richiamo delle Muse che a quello della techné, declinò l'invito. Di chiare idee antifasciste, aderì alla Resistenza e per questo venne arrestato il 13 maggio '44 e condotto nella prigione di via Tasso. Liberato dagli Alleati, dopo la fine della guerra tornò nel suo paese natale. Nel 1953 fondò e diresse fino al '58 la rivista culturale della Finmeccanica, Civiltà delle Macchine, pubblicata fino al 1979. Morì a Roma il 31 gennaio e fu sepolto nel cimitero di Montemurro nella cappella da lui stesso progettata.
La sua sterminata produzione comprende: Cuore (poesie 1927), Ritratti di macchine (disegni 1935), Quaderni di geometria (saggio 1935), 18 poesie (poesie 1936), Poesie II (poesie 1938), Campi Elisi (poesie 1939), Vidi le muse (poesie 1943), Furor mathematicus (saggio 1944), Horror vacui, O.E.T. (saggio 1945), Fiori pari, fiori dispari (prosa 1945), Un fac-simile (prosa 1945), L'indovino - dieci dialoghetti (prosa 1946), I nuovi Campi Elisi (poesia 1946), Belliboschi (prosa 1948), Quadernetto alla polvere (prosa e poesia 1948), Pittori che scrivono (antologia di scritti e disegni 1954), Banchetti (prose e poesie 1956), La vigna vecchia (poesia 1956), Tu sarai poeta (poesia 1957), La musa decrepita (poesie e prose 1959), L'immobilità dello scriba (saggio, 1960), Cineraccio (poesie 1961), L'età della luna (prose e poesie 1962), Le finestre di via Rubens (disegni 1962), Vanterie dell'arrotino (poesie e disegni 1962), I miei inchiostri (disegni e manoscritti 1962), Ode a Lucio Fontana (disegno 1962), Un pugno di mosche (disegni 1963), Prose di memoria e d'invenzione (prosa 1964), Poesie di ieri (poesia 1966), L'albero di rose (traduzioni poesie lucane 1966), I martedì colorati (prosa 1966), Paese lucano (poesie, canti popolari lucani e disegni 1968), Archimede (I tuoi lumi, i tuoi lemmi!) (prosa 1968), Calcoli e fandonie (saggio 1969), Il passero e il lebbroso (poesie 1970), Il tempietto (disegni e prosa 1971) Fiumi come specchi (poesie e disegni 1973), Lavagne (disegni 1974), L'ellisse (poesie 1974), Mosche in bottiglia (poesie 1975), Un disegno di Scipione e altri racconti (disegno e prose 1975), Dimenticatoio (poesie e disegni 1978), Come un ladro (poesie e disegni 1979), Più vicino ai morti (poesie e disegni 1980), Tre pietre trovare. Quaderni di Piazza Navona (prose e disegni 1980), De Liberiana (prose e disegni), Imitazioni dall'Antologia Palatina (prose, poesie e disegni, 1980), Passione del disegno (prosa e disegni 1981), Imitazioni (prosa e disegni 1981).
La sua sterminata produzione comprende: Cuore (poesie 1927), Ritratti di macchine (disegni 1935), Quaderni di geometria (saggio 1935), 18 poesie (poesie 1936), Poesie II (poesie 1938), Campi Elisi (poesie 1939), Vidi le muse (poesie 1943), Furor mathematicus (saggio 1944), Horror vacui, O.E.T. (saggio 1945), Fiori pari, fiori dispari (prosa 1945), Un fac-simile (prosa 1945), L'indovino - dieci dialoghetti (prosa 1946), I nuovi Campi Elisi (poesia 1946), Belliboschi (prosa 1948), Quadernetto alla polvere (prosa e poesia 1948), Pittori che scrivono (antologia di scritti e disegni 1954), Banchetti (prose e poesie 1956), La vigna vecchia (poesia 1956), Tu sarai poeta (poesia 1957), La musa decrepita (poesie e prose 1959), L'immobilità dello scriba (saggio, 1960), Cineraccio (poesie 1961), L'età della luna (prose e poesie 1962), Le finestre di via Rubens (disegni 1962), Vanterie dell'arrotino (poesie e disegni 1962), I miei inchiostri (disegni e manoscritti 1962), Ode a Lucio Fontana (disegno 1962), Un pugno di mosche (disegni 1963), Prose di memoria e d'invenzione (prosa 1964), Poesie di ieri (poesia 1966), L'albero di rose (traduzioni poesie lucane 1966), I martedì colorati (prosa 1966), Paese lucano (poesie, canti popolari lucani e disegni 1968), Archimede (I tuoi lumi, i tuoi lemmi!) (prosa 1968), Calcoli e fandonie (saggio 1969), Il passero e il lebbroso (poesie 1970), Il tempietto (disegni e prosa 1971) Fiumi come specchi (poesie e disegni 1973), Lavagne (disegni 1974), L'ellisse (poesie 1974), Mosche in bottiglia (poesie 1975), Un disegno di Scipione e altri racconti (disegno e prose 1975), Dimenticatoio (poesie e disegni 1978), Come un ladro (poesie e disegni 1979), Più vicino ai morti (poesie e disegni 1980), Tre pietre trovare. Quaderni di Piazza Navona (prose e disegni 1980), De Liberiana (prose e disegni), Imitazioni dall'Antologia Palatina (prose, poesie e disegni, 1980), Passione del disegno (prosa e disegni 1981), Imitazioni (prosa e disegni 1981).
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