di Roberto Marino
Barbaro è un termine che gli antichi Greci e poi i Romani utilizzavano per indicare gli stranieri. Questa parola però aveva allora un orizzonte semantico più vasto di quello che noi comunemente le attribuiamo. Significava infatti sì proveniente da un luogo al di fuori di confini geografici, seppure non così precisi come quelli nazionali odierni, ma soprattutto in senso culturale, morale e giuridico. I barbari erano cioè tutti quei popoli che avevano dei costumi, usi, modelli giuridici, religiosi, forme di organizzazione statale giudicati primitivi dai detentori della civiltà, ovvero Greci e Romani. Addirittura, gli stessi Romani, all'indomani della conquista della Grecia - II secolo a.C. - erano considerati barbari dai Greci.
Nella politica italiana, nel periodo in cui la Lega Nord si affacciava sul panorama politico (fine anni '80) venne definita un partito "barbaro". In effetti, i caratteri peculiari del barbarismo (in un senso scientifico e non morale del termine) c'erano tutti. La Lega si presentava come un partito poco strutturato, con un linguaggio più pragmatico, con idee innovative e rivoluzionarie (federalismo, decentralizzazione del potere, attenzione ad un consenso territoriale piuttosto che nazionale, difesa di interessi locali, denuncia di abusi di potere e denaro da parte della classe politica) che lo collocavano al di fuori dal contesto istituzionale della politica consolidata. Quella politica che, con lo stesso atteggiamento snobbistico dei popoli antichi acculturati, guardava con disprezzo, ma con paura più o meno ben celata, il fresco vigore di nuove forze, che avrebbero mandato avanti la storia.
Gli anni sono passati e il barbarismo primitivo della Lega, pur con qualche strascico, è stato assorbito nelle e dalle maglie della istituzionalizzazione. La Lega è diventata partito di opposizione prima e di governo poi e ha acquisito pregi e difetti dei partiti tradizionali e strutturati.
In questa nuova campagna elettorale, abbiamo assistito però ad un fenomeno di presentazione di una formazione politica neo-barbara: il Movimento cinque Stelle. Anche questo partito-non partito si presenta con i tratti barbareschi delle formazioni lontane dalla consueta politica, ma di un barbarismo evoluto e digitale, che possiede e sfoggia lauree (anche se non sempre pienamente possedute) e conosce lingue e internet. I valori del movimento sono infatti: la necessità di una democrazia più diretta e meno rappresentativa, di una maggiore controllabilità dell'operato degli eletti ad opera degli elettori, di maggiore frugalità, sobrietà ed economicità della politica e di maggiore trasparenza nell'azione e nella gestione del denaro pubblico da parte della classe politica.
Due giorni fa si sono svolte le elezioni dei presidenti di Camera e Senato. i parlamentari del Movimento, che solo il giorno prima avevano visto respingersi i propri candidati, hanno in parte sostenuto, come loro stessi stanno ammettendo, presumibilmente con 12 voti, - la votazione avviene in forma anonima - il candidato presentato dal Pd, Pietro Grasso, ex Procuratore nazionale antimafia. Tutto ciò nonostante il loro Codice di comportamento parlamentare vieti le alleanze con altre forze politiche, se non su questioni esclusivamente programmatiche. Inoltre, il Movimento è caratterizzato, o almeno lo stato fino ad ora, da un atteggiamento piuttosto compatto e quasi granitico nei confronti del rifiuto della politica tradizionale e dei suoi vizi, spesso accusato di sottomissione nei confronti del suo leader-portavoce Beppe Grillo, che ha denunciato l'accaduto come tradimento dello spirito del Movimento.
Contrariamente a quanto più di qualcuno sta dicendo, questo evento non dimostra, o almeno non ancora, la spaccatura all'interno della formazione guidata da Grillo, tuttalpiù la presenza di individualità di pensiero e coscienza singola. Fenomeno confermato dal fatto che alcuni senatori grillini hanno pubblicamente dichiarato la propria scelta con tanto di motivazione, dimostrando di rispettare il proprio regolamento, che condanna la segretezza del voto parlamentare. Anche l'elettorato Cinque Stelle sta dimostrando indipendenza ed eterogeneità di pensiero, come risulta dai commenti contrastanti sull'accaduto. Tutto rigorosamente svolgentesi in rete.
Francamente, è ancora presto per dire cosa accadrà nelle prossime settimane. La situazione è troppo fluida e incerta per poter fare previsioni ragionevoli e attendibili ed inoltre questa formazione politica è ancora nuova e sconosciuta. Ancora più difficile è dire se i neo-barbari si trasformeranno in "popolo civil-politicizzato", lasciandosi assorbire e sedurre dalle lusinghe della istituzionalizzazione all'italiana. Quel che è certo però, allo stato attuale, è che se ciò avvenisse o se ciò fosse percepito dall'elettorato Cinque Stelle, il loro consenso si sgonfierebbe inesorabilmente.
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