02 maggio 2013

I bambini e le armi negli USA. Apologia della violenza.

di Roberto Marino

In un famosissimo passo del Vangelo, Gesù Cristo dice: «Lasciate che i pargoli vengano a me». Questa stessa frase sembra essere stata presa in prestito da una società americana produttrice di armi, la Keystone sporting arms, la quale si rivolge ai più piccoli fabbricando piccoli fucili, il Little crickett, dotati di colori accattivanti, distinzioni cromatiche per maschi e femmine, e perfino ricorrendo a slogan come: «My first rifle» - Il mio primo fucile - e ad un apposito design maneggevole. 

Come sempre accade però, si grida allo scandalo soltanto dopo che la tragedia si è verificata.  Ed è ciò che è accaduto proprio ieri, quando a Burkesville, in Kentucky, un bambino di soli cinque anni ha ucciso la sorellina di due, Caroline Starks, mentre entrambi giocavano in soggiorno, appunto con un fucile. Formalmente avrebbe dovuto essere un giocattolo, tuttavia l'effetto può tranquillamente essere quello di un fucile vero e proprio in grado di sparare pallini di metallo calibro 22, sufficienti ad uccidere. 

La massiccia diffusione delle armi negli Stati Uniti, come si sa, è un problema difficilmente risolvibile visto il grande potere economico e politico che le aziende produttrici possiedono. Da qui però a penetrare persino nel mondo innocente e indifeso dei bambini ne passa. Eppure la Crickett non è l'unica azienda a dedicare un apposito spazio ai più piccoli. Sul sito internet della Nra si possono vedere bambini e ragazzini che impugnano soddisfatti vere e proprie armi con tanto di frasi in sovraimpressione che incitano ad un utilizzo "regolato". 

Le leggi americane, in realtà, stabiliscono che per accedere al mercato delle armi è necessario almeno essere maggiorenni e rivolgersi ad un rivenditore autorizzato; tuttavia tramite internet è decisamente molto più facile raggiungere indirettamente l'oggetto del desiderio, in quanto lo si può far spedire direttamente ad un intermediario locale, generalmente un rivenditore autorizzato. Inoltre, i siti internet delle case produttrici (come la Nra) persuadono i genitori ad "educare" i ragazzini all'uso controllato e consapevole delle armi da fuoco.    

I dati pubblicati dal Journal of American Medical Association sono decisamente allarmanti. Dal dossier presente sulla testata, risulta che nel 2009 le unità di pronto soccorso di Denver e Aurora hanno assistito 129 bambini feriti da armi da fuoco. Inoltre, come risulta dal sito www.ichw.or/facts-about-kids-and-gun-violence, 2811 minorenni statunitensi sono stati uccisi da pistole e fucili e di questi 800 si sono suicidati, mentre 114 sono morti in maniera accidentale. 

Riuscire a contrastare un mercato, con la sua pervasività, che nel 2011 negli Stati Uniti ha fatto totalizzare 85 miliardi di dollari e lo scorso anno 66 - fonte New York Times - alle aziende produttrici di armi è tutt'altro facile. Se aggiungiamo poi che la campagna elettorale americana è quasi interamente finanziata dai grandi colossi industriali, capiamo bene come la politica sia davvero impotente nell'arginare un fenomeno così preoccupante. 

Una cosa comunque è certa: i bambini devono ritornare a giocare nei parchi, sulle altalene, sulle giostre, a nascondino, a pallone, con le bambole, le automobiline, certamente non con i fucili.    

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